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IL QUINTO PAESAGGIO

«GLI ELEFANTI AVREBBERO ABITATO LA CITTÀ»

Tramite l’esperienza in divenire del progetto di Land Lighting Vesuvius, in collaborazione con l’Ente Parco Nazionale del Vesuvio, il Centro Interuniversitario di Ricerca sull'Inquinamento da Agenti Fisici “Mauro Felli” (CIRIAF) e il Laboratorio Internazionale di Ricerca sul Paesaggio (CIRIAF-SSTAM) dell’Università di Perugia, e le analisi di opere di Land Art di artisti, come Walter De Maria e Christo, viene approfondito il concetto della centralità dell’immagine e del suo impatto mediatico come creazione di processi virtuosi di valorizzazione/rivitalizzazione del paesaggio.
Come suggerisce il critico d’arte francese René Huyghe: «Grazie all’atto creativo l’arte introduce nella realtà un contributo nuovo, vergine, un tipo di ricchezza supplementare per la quale nulla sembra abbia preparato la strada.
In definitiva, l’arte esiste solo quando introduce nella realtà la ricerca, e il raggiungimento, di una qualità che è totalmente non-misurabile ma inevitabilmente vissuta nella reazione attiva provocata nello spettatore dal creatore».
Lo stimolo a vivere il paesaggio in maniera inedita e in un breve periodo di tempo sta favorendo la crescita di installazioni temporanee di grande impatto emotivo sulla memoria collettiva, con l’obiettivo di trasmettere, oltre al significato vero e proprio dell’opera, anche un senso di unicità del momento che si sta vivendo.
Marc Augé scrive in Nuovi Argomenti, Lezioni di vero, che esiste una doppia diversità di paesaggi proiettati nello spazio e nel tempo: “una diversità geografica e climatica evidente per tutti e, al di là di questa, una diversità fatta di sguardi particolari, esperienze e storie individuali”.
Gilles Clément, con l’espressione “Terzo paesaggio” identifica tutti quei luoghi in stato di abbandono per mano dell’uomo.
Infine il progetto “Quarto paesaggio. L’esperienza urbana della bellezza”, promosso e finanziato da Fondazione CR Firenze con la direzione artistica di Virgilio Sieni / Centro nazionale di produzione, in collaborazione con Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, Fondazione Scuola di Musica di Fiesole, Tempo Reale Centro di Ricerca Produzione e Didattica Musicale, indica un’ulteriore paesaggio in cui l’arte viene utilizzata per contrastare il degrado e la solitudine urbana.
Le operazioni sul territorio di Land Lighting, in cui la luce trasforma l’ambiente e la percezione dello stesso e l’arte interagisce strettamente con la ricerca scientifica, generano un ulteriore paesaggio: il “Quinto paesaggio” o Paesaggio 5.0.
Grazie alla luce i paesaggi si rinnovano, acquisiscono nuovi valori, in grado di trasmettere agli osservatori il desiderio di indagare se stessi e il proprio ambiente passato, presente e futuro, interpretando l’esistente e costruendo nuove narrazioni.

DIEGO REPETTO

Architetto, designer e artista attivo principalmente nella progettazione di opere di Land Art e Land Lighting attraverso la collaborazione di istituzioni pubbliche e inter-universitarie nazionali e straniere, riveste anche il ruolo di problem solving creativo nelle gare d’appalto pubbliche e di chef-designer nella progettazione di lampade per l'illuminazione ambientale e la cura del verde per aziende del settore.
È membro associato dell’Ideal Spaces Working Group con sede a Karlsruhe (Germania) e del comitato scientifico del "Protocollo di intesa internazionale per la valorizzazione e conservazione di opere d'arte di interesse mondiale" promosso dal Politecnico di Torino Dipartimento di Architettura e Design, CNR Ivalsa di Sesto Fiorentino, Dipartimento Università degli Studi di Firenze di Biologia e Cultura Spazio del Museo Colloredo Mels di Recanati.
È impegnato all’interno dell’associazione di promozione sociale WeMadeIt! nello sviluppo e la promozione dell’ecodesign nei paesaggi del vino.
Insieme al lighting designer Emilio Ferro, ha coniato il termine Land Lighting, come nuovo movimento artistico in ambito paesaggistico. 

Arch. Diego Repetto

diego.repetto@landlighting.eu